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A momenti gli sembrava che il cuore gli si schiantasse, e aveva un pazzo desiderio di singhiozzare forte, di gridare, di portarsi i pugni alla fronte. Intanto il carro s’allontanava, e le macchie sanguinanti dei corsetti delle donne, e la figura bianca e nera di Pietro sparivano laggiù, nel verde sfondo della tanca, nelle rosee lontananze dei tramonto. Addio, addio. Egli non l’avrebbe riveduta più così, libera e innamorata, nella solitudine della tanca, palpitante d’amore accanto a lui, come in quella mattina di primavera. Tutto era finito.

Il carro sparve lontano e tutto fu silenzio, tutto fu vuoto intorno ad Elias. Ma volgendosi per ritornare alla capanna, egli vide zio Martinu che l’aspettava.

— Io me ne vado, — disse il vecchio. — Vuoi accompagnarmi, Elias?

— Andiamo.

Andarono. Il sole era tramontato, e i boschi e le lontananze tacevano sotto il cielo tutto roseo, d’un roseo denso quasi violaceo; tutta la tanca, le macchie lucenti, l’erba immobile, le roccie e l’acqua riflettevano quella calda luminosità di rosa peonia: era una pace quasi religiosa, come di chiesa illuminata dai ceri accesi. Zio Martinu ed Elias attraversa-