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tale, gli assegna il posto d’onore davanti alla tavola, ma non si affretta a offrirgli da bere per dimostrargli la sua sicurezza.

Anche prima di essere interrogato, l’uomo comincia a parlare: la sua voce e bassa e quieta; la parola lenta, prudente. E subito il signor Antonio respira: poiché tutto nell’uomo, anche l’occhio, può mentire: mai la voce, anche se egli cerchi di mascherarla. E la voce di quell’uomo che pareva un ciclope venuto giù dai monti pietrosi per abbattere qualche cosa che non gli andava a genio, era quella di un saggio. L’argomento era quello: l’affitto del bosco ghiandifero ai banditi. Egli non disse che era un loro favoreggiatore, anzi un loro complice, ancora a piede libero perché troppo furbo e prudente per lasciarsi scoprire; narrò che era un loro amico, perché i disgraziati erano pur degni di avere amici, fra tanti nemici che li perseguitavano come i cacciatori i cinghiali, colpevoli solo della loro fiera indipendenza: questi nemici arrivavano al punto di impedire ai due fratelli di far pascolare le loro greggie e i loro branchi di porci in terre di cristiani: onde il signor Antonio era pregato di aver compassione delle bestie e dei loro padroni.

— Questo è il denaro: due, trecento scudi; quello che vuole, signor Antonio.

Trasse dal petto un portafogli legato con una correggia, e fece atto di toglierne il denaro: la mano bianca dell’altro fermò la sua, e non se ne