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cosima | 53 |
— Ma anche adesso sarebbe una cosa giusta. Poiché i miei fratelli hanno bisogno, per il loro branco di suini, di un pascolo di ghiande; e tutti i proprietari dicono di averli già affittati, mentre non è vero.
— Io non so quello che possono dire gli altri proprietari; ciò che so è che il mio bosco è già affittato: e basta! — concluse, sollevando il pugno; ma subito lo riposò sul tavolo senza picchiarvi sopra: i suoi occhi però avevano preso la luce argentea e lucente dell’acciaio affilato.
— Vossignoria sa chi sono i miei fratelli? — E poiché l’altro non dimostrava curiosità, aggiunse con fierezza, quasi vantasse una parentela di eroi: — Sono i fratelli... — e pronunziò un nome. — I banditi.
Allora il signor Antonio sorrise.
— Fossero pure i sette fratelli della favola, i banditi che diedero il loro nome ai monti sui quali si nascondevano, io non manco di impegno con Elias Porcu. E basta! — ripeté; e questa volta batté il pugno, come quando sigillava una lettera con le ostie colorate.
La ragazza si alzò: non proferì una minaccia, ma se ne andò senza salutare. Il signor Antonio non disse nulla in famiglia, sebbene tutti si fossero accorti della visita e ne provassero inquietudine. E un fatto strano accadde la sera stessa, a ora tarda, quando tutti erano già a letto, e solo il padrone