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comodo. Ecco che ella ne solleva uno piano piano, osservandone l’imbottitura interna sostenuta da striscie di grossa tela; e pensa che se avesse qualche cosa da nascondere, quello sarebbe il posto migliore. Nascondere! Questa, anche, era una delle sue più segrete e forti aspirazioni, e questa, anche, si spiegò più tardi, collegandola all’istinto degli avi che vivevano sulle montagne e nascondevano le loro cose per sottrarle alla rapina dei nemici.

Poi ritornò sulla scala; altre cose interessanti, per lei, erano una finestrina vuota aperta sulla parete interna fra una rampata e l’altra, e, affaciandovisi, ella fantasticava un precipizio, una cascata di lava soffermatasi con quei gradini azzurrognolo; e sopra tutto una finestra più grande, segnata ma non aperta sull’alto della parete che finiva sul soffitto.

Chi aveva segnato quell’apertura che non si apriva, quel rettangolo scavato sul muro che, se sfondato, avrebbe lasciato vedere un grande orizzonte di cielo e di lontananza? Forse era stato un capriccio del muratore, forse si pensava a una sopraelevazione della casa, cui sarebbe stata poi utile quell’apertura: ad ogni modo, Cosima si incantava ogni volta a guardarla; l’apriva con la sua fantasia, e mai in vita sua vide un orizzonte più ampio e favoloso di quello che si immaginava nello sfondo di quel segno polveroso e pieno di ragnatele. Però, anche l’armadio a muro del pianerotto-