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cosima 17


in realtà pieno di carattere, con la fronte alta, il naso corto a scarpa, la bocca piccola e stretta fra il grande labbro superiore e il mento quadrato. Glabro ma sempre con un po’ di prepotente peluria sulle guancie larghe, aveva, quel viso semplice di paesano diventato borghese, i segni e i solchi di una intelligenza e di una saggezza non comuni; e gli occhi grigi o azzurri o verdastri secondo la luce del momento, potevano essere quelli di un santo ma anche quelli di un guerriero. In quel momento erano azzurri, quasi riflettendo il colore del cielo sopra la finestra, e ammiccavano infantilmente verso la bambina appoggiata alla parete; ma subito si fecero grigi, poiché nella camera si udiva un vagito.

Allora accennò a Cosima di salire e aprì l’uscio. La bambina si sentì battere il cuore. Come faceva il padre a indovinare il suo desiderio? Si trovò nella camera, dietro di lui, e rivide le note cose: il letto grande con una sopracoperta di percalle a fiori, la consolle di noce, che era il mobile più elegante della casa, i quadri, il caminetto bianco: ma tutto le parve mutato, come se una luce di miracolo avesse dato alle cose un aspetto diverso, d’incantamento, come quando si vedono riflesse nell’acqua od anche sui vetro spalancati di una finestra; e quel riverbero si spandeva da una fonte straordinaria: da un canestro di asfodelo, deposto sulla pietra del camino, e dove, fra cuscini e pannolini, era la neonata. Fasciata con le manine den-