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172 | grazia deledda |
delle cose più belle e ricche, nasconde le unghie inesorabili.
Mise le rose in uno dei vasi del salotto, e tornò al balcone: sì, era come d’estate; una grande luna rosea saliva dai pini dell’altura, e il cielo e il mare, fra due palmizi che luccicavano come le palme dorate dalla stagnola, usate per la Pasqua nel paese di Cosima, si confondevano in un colore di smeraldo azzurro. I bambini, nella strada ancora bianca, giocavano al gioco dell’ambasciatore venuto a domandare una sposa: ed ella si sentiva trasportata nel loro cerchio, come la piccola sposa richiesta dall’ambasciatore per un misterioso grande personaggio.