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se voleva sposarlo. Ella rimase stordita: l’uomo non le piaceva, anzi le destava quasi ripugnanza così massiccio e carnale com’era, emanante dal viso, dal petto, dal ventre, già un po’ prominente, un calore animalesco: ma d’altronde l’occasione era ottima; il grande sogno di poter lasciare un giorno la piccola città per una più grande e la vanità di vendicarsi dei malevoli concittadini; e sopra tutto il pensiero di dare un conforto alla madre sempre melanconica e preoccupata. D’altronde la fanciulla considerava anche lei la cosa con leggerezza, e senza troppo consultare i parenti accettò la proposta.

L’uomo venne in casa a far visita: portò libri, mandò regali. Lo ricevevano le ragazze, e ridevano quando egli raccontava storie allegre, non troppo adatte per loro. Andrea avrebbe desiderato una domanda ufficiale fatta con regola, magari per mezzo di un autorevole paraninfo, come d’uso nel luogo; ma non osava opporsi alla progettata vicenda, e in fondo sperava che tutto andasse bene. Solo minacciava di bastonare le sorelle se per un attimo avessero lasciati soli i curiosi fidanzati. Neppure Cosima era contenta: ma anche lei provava un certo piacere per gli acri commenti delle famiglie del paese, per le invidie, i pettegolezzi, le maldicenze, che la fortuna di Beppa destava nell’intera contrada.

Si cominciò a dir peste del signor Direttore: che era un libertino, che teneva in casa una bella ra-