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introduzione xi


zione narrativa, per ripetizioni d’ambiente, per minore autonomia fantastica potrebbe, senza troppo danno, esser dimenticato: e di fatto la memoria stenta a ricrearne il colore e la linea; mentre quest’ultima venuta e non compiuta, fatta quasi esclusivamente di doppioni di ambienti e di situazioni, con la solita casa paterna, il solito Orthobene sullo sfondo, i soliti pastori, i soliti banditi, il solito muflone, le solite tancas, la solita luna e i soliti melanconici stornelli, s’accampa fra tante belle sorelle come se fosse vestita dei colori più nuovi e parata degli ori più schietti: e insieme, fra tante opere, è quella che ci viene incontro con un viso di più fonda conoscenza e un’aria di confidarci una cosa che noi lettori affezionati e fedeli potevamo avere compresa solo in parte, assai men che a metà: «Tante angoscie dei miei personaggi che v’ho raccontate per migliaia e migliaia di pagine, tanta compassione che v’ho fatta con le loro pene, ora lo sapete: eran le pene e le lagrime di me Cosima, di me Grazia».

La presente edizione è stata curata e annotata da Antonio Baldini.

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