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VIII
Intanto continuava a scrivere, davanti alla piccola finestra ronzante di vespe. Ma era un po’ disorientata, per le parole della madre e perché non trovava un vivo argomento ai suoi nuovi racconti. La vita le sembrava piatta, incolore, sebbene invece dentro di lei sentisse muoversi un dramma di incertezze, di scrupoli, di melanconia. Le pareva di esser già vecchia, piena di esperienza e col fiore della speranza già appassito fra le dita. Pensava fosse effetto della solitudine, della povertà del luogo e della sua stessa vita: e disperava di poter ritrovare una occasione di guardare la vita altrui, ricca di dolori, di miserie, di esaltazioni e di umanità umile e grande nello stesso tempo, come nel cerchio nero del molino di olive. Non contava più in Elia, e neppure nel movimento della vicina vendemmia, della quale aveva già conosciuto i colori d’idillio, e li aveva anche già riversati in qualche sua novella.