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136 grazia deledda


al filare e lo osservava silenziosa. Né più fruttuosi furono gli altri approcci durante quella prima giornata, sebbene ai due uomini fosse servito un pasto certo per loro insolito, preparato dalla padrona, e anche lei tentasse di attaccare discorso col vecchio taciturno. Egli rispondeva sì e no alle domande di lei, riguardanti l’orto e la vigna; nel vederla si alzava e si piegava con segni di un rispetto quasi esagerato: null’altro.

— È un idiota, — disse il servo, quando l’altro non poteva sentirlo. — Ma è anche malizioso, e la sa lunga.

E raccontò della vedova, che un tempo veniva a trovarlo nella vigna, e accennò al lontano passato di lui. Pare che avesse tentato di derubare un suo ricchissimo parente, nelle cui terre lavorava: sebbene il parente avesse rimesso la querela, Elia era stato condannato. Poi la voce cambiava; il parente diventava un banchiere, o addirittura una banca, che era stata svaligiata da un gruppo di ladri, dopo narcotizzato il custode, e fra i manigoldi era Elia.

Disse la padrona:

— Se fosse stato così, il mio povero marito non l’avrebbe assunto al suo servizio.

— Oh, il signor Antonio era buono: era un santo, di quelli che non ne nascono più, — disse il servo.

Nel pomeriggio arrivò, a cavallo, Andrea. Fra