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106 | grazia deledda |
quelle immagini con paesaggi, sentì la scarpa di lui come la zampata di un cavallo che si ferma davanti ad un ostacolo: e balzò in piedi rossa e spaventata.
A dire il vero anche lui arrossì e le sue labbra tremarono: ma ciò valse a far notare a Cosima che egli aveva una bella bocca, carnosa ma non sensuale, o, se mai, di una sensualità sana e attraente come quella di un frutto maturo. Per la prima volta ella ebbe la sensazione di ciò che doveva essere un bacio, la sensazione fisica; un bacio carnale, fra due che si desiderano e sono spinti ad attaccarsi l’uno all’altro da una terribile forza di natura: e anche la sua bocca tremò, ma come quella di un bambino che sta per piangere e neppur lui sa perché.
Fortunio fu certo, almeno in apparenza, fortunato con Cosima. Ma lo fu perché era audace e spinto, in fondo, da un misterioso senso di odio verso di lei e verso tutta la classe boriosa e orgogliosa senza motivo alla quale ella apparteneva. Ella era quasi ricca, quasi nobile, e nonostante le gravi pecche dei fratelli, considerata una ragazza di rango superiore. La sua stessa ambigua qualità di scrittrice le attirava, dopo tutto, l’attenzione di un intero paese, e di gente più lontana ancora: e Fortunio era abbastanza intelligente per capire ch’ella giocava una carta: poteva perdere ma poteva anche vincere. Lui sapeva benissimo, meglio di quelli del paese, che un vero artista non manca mai al suo