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lapide: un colombo con un ramo d’ulivo decorava l’inscrizione:
il 15 maggio 1895
nella chiesa della madonna del buon consiglio
gli abitanti di oronou e di tibi
fieri e forti
dopo lunghi anni di odio
di sventura e di cecità
aperti gli occhi a luce d’amore
giurano pace perdono
inaugurando un’era novella di vita civile
A due a due uomini e donne delle diverse fazioni passavano davanti al Cristo e scambiavano il bacio della pace. Li rivedo ancora: zio Remundu Corbu alto e duro pareva facesse uno sforzo per chinarsi alquanto, tragico e sdegnoso, sul piccolo Dionisi Arras fratello del capo ribelle alle paci. Un mormorio passò tra la folla quando i due si baciarono. Zio Dionisi, un ometto rosso e allegro, si volse e aprì le mani come per dire: mio fratello non c’è; ebbene che volete farci? non sono qua io?
Seguirono gli altri: erano uomini fieri e protervi, giovani alti dal viso di bronzo, vecchi intorno ai cui volti scuri pareva pendessero le liane delle quercie sotto cui essi passavano i loro giorni e le loro notti. In tutti c’era qualcosa di duro e di enigmatico: essi partecipano della natura della roccia di cui è formata la nostra montagna.
Anche le donne si baciavano: alcune piangevano, altre ridevano e queste forse erano le più commosse. Ah, ecco finalmente finiti i tristi giorni di ansie e di terrore: finalmente le vecchie nelle notti di vento furioso non si solleveranno