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una cosa. Che il Commissario vi farà dare un sussidio....
— Non voglio nulla, — gridò il malato rianimandosi. — Tu devi dire a tutti che non ho bisogno di nulla.
— Per adesso! Abbiamo due biglietti grossi e quarantacinque soldi in rame: abbiamo pane, formaggio, uova, una salsiccia.... Ma poi, zio Jò, come faremo poi?
— Venderò la casa; il dottore la comprerà per farne un pagliaio.
— E poi, finiti quei denari?
— E non devo morire? Lasciami in pace dunque, se no ti mando via come ho fatto con gli altri.
Ma il ragazzo si mise a ridere.
— Pretu, — disse il malato dopo un momento di silenzio, — se tu riuscissi a comprarmi un po’ di uva passa! È da tanto che la desidero.
— In casa di zio Remundu Corbu ne vendono, bella e grossa che sembra uva fresca.
— Tu non andrai in quella casa, Pretu! Guai a te se ci vai! Ti maledirò anche morto.
Allora il ragazzo, che non aveva paura del suo padrone vivo, rabbrividì e s'avvicinò al letto.
— No, no, zio mio, non fate questo! Passerò a spalle voltate davanti a quella casa. Io non guardo mai là! Anche oggi ho visto Columba, quella che dovevate sposar voi; era sulla porta; era vestita a nuovo, col corpetto di velluto broccato; chissà, forse doveva arrivare lo sposo.... Ma io non ho guardato; vi giuro sulla mia coscienza, non ho guardato....
— Era magra? Era pallida! — domandò Jorgj sottovoce.
— Sì, è magra; sembra una capretta assiderata; aveva tanti anelli d’argento alle dita....
— Non ti ha detto nulla?