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dolce infantile gli rischiarava il viso mentre il suo fragile polso si abbandonava fra le dita del dottore come lo stelo di un fiore.

— E va benone! M’hanno detto che hai avuto visite, oggi.

— Sì, ma le ho cacciate via.

— Hai fatto male, ottimo amico! Anche il dottore l’hai cacciato via, il primo giorno, e poi l’hai richiamato! Forse avevi letto il tuo libercolo (col bastone toccò il libro dei Salmi, poi lo prese e cominciò a sfogliarlo). Ecco, qui dice che bisogna rendere onore al medico, per necessità, è vero, ma anche perchè è stato fatto dall’Altissimo. Eran ben furbi quei tuoi profeti; anch’essi non osavano pigliarsela con la scienza, ma cercavano di appropriarsela come cosa loro! Capisci, ecco qui cosa dicono:

«È l’Altissimo che creò dalla terra i medicamenti, e l’uomo prudente non gli avrà a schifo.

«La virtù di questi appartiene alla cognizione degli uomini, ed il Signore ne ha dato ad essi la scienza affine di essere onorato per la sua meraviglia».

— Bella roba! Ecco poi cosa dice questo bel tipo qui:

«Figliuolo, quando sei malato non disprezzare te stesso, ma prega il Signore, ed egli ti guarirà: offerisci odor soave e fior di farina per memoria, e sia perfetta la tua oblazione, e poi dà luogo al medico!»

— Meno male; aspetta, però:

«Perocchè Dio lo ha istituito; ed egli non si parta di te perchè l’assistenza di lui è necessaria».

— Bene, bene, grazie tante!

Buttò il libro sul tavolo e accavalcò le gambe ajutandosi con le mani.

— Contami dunque delle tue visite....