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VI.


Anche nella stamberga rischiarata dalla luce rossa del crepuscolo, Jorgj e il dottore discutevano d’amore.

L’omone voleva fare una confidenza a Jorgj, e quando aveva un segreto era come Pretu: non poteva tenerlo e non si interessava ad altro.

Andati via il prete e il vetturale, accostò dunque lo sgabello al letto, senza smettere di dare colpettini al giornale; e senza accorgersi che Jorgj desiderava di restar solo, disse sbuffando:

— Ti faccio sapere che Margherita è incinta!

La sua voce era turbata, il suo viso s’era coperto di rossore come quello di una fanciulla.

Jorgj volse gli occhi, destandosi dai suoi sogni.

— Ebbene, e non è una cosa naturale?

— Non è questo che mi preoccupa.... Adesso.... adesso, caro mio, capirai, è impossibile trovarle marito....

— Ma perchè vuol darle marito?

— Perchè? Mi pare d’avertelo già detto e ripetuto; per non sposarla io!

Jorgj si mise a ridere.

— Questo non me lo ha mai detto! Solo, diceva che non l’avrebbe mai sposata: poi una sera mi confidò che aveva paura di venir meno ai suoi propositi; diceva che avrebbe finito con lo sposarla per bastonarla, tanto Margherita lo fa spesso stizzire; diceva, sì, queste sciocchezze....

— Sciocchezze? — esclamò il dottore abbassando e scuotendo la testa e ripetendo a sè stesso la parola di Jorgj. — È giusto!