Pagina:Deledda - Colombi e sparvieri, Milano, 1912.djvu/283


— 273 —

«Sorgi e cammina!» erano le parole che Mariana gli aveva detto.

Sopraggiunto il dottore presero a commentare il fatto, mentre Pretu, dopo aver per alcuni momenti ascoltato avidamente, profittando della distrazione di Jorgj, uscì nella straducola e comunicò le sue idee a zia Simona.

— Io penso che al mio padrone accadrà la stessa cosa, come a quella donna del figlio: lo dice anche il dottore; volete venire ad ascoltarlo?

Ma zia Simona, seduta sullo scalino della porta, aspettava il ritorno del vecchio, ed era stanca e credeva solo ai miracoli dei santi.

— La donna avrà implorato Santu Iazintu, che dicono sia il protettore dei paralitici. Ma il tuo padrone, bello mio, il tuo padrone non crede in Dio e non guarirà mai.

— Eppure.... — disse Pretu con aria di mistero, ma non proseguì.

— Sai una cosa che fa bene, ma a chi crede in Dio? L’acqua di sorgente, ma attinta proprio dove sgorga e a mezzanotte, stanotte. Sì, l’acqua di San Giovanni, bello mio; non c’è altro, per i paralitici, ma solo per quelli che credono in Dio....

— Sì, me lo disse anche zia Martina Appeddu. Eppoi un’altra cosa; ma non ve la voglio dire.... Ebbene, sì, ve la dico lo stesso; una medicina che zia Appeddu farà stasera, al sorgere della luna, e che io dovrò.... Ah, ma no, non devo dirlo; altrimenti non riesce....

Egli era agitato; da tanti giorni covava il suo segreto e non ne poteva più!

— Sentite, — disse sottovoce, curvandosi davanti a zia Simona, — d’accordo con Lia, la serva di zia Giuseppa Fiore, ho pregato zia Mar-

Deledda, Colombi e sparvieri. 18