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che attacca.... Anche a mia madre han detto: perché lo lasci andare, tuo figlio? Gl’insegnerà le cose contro Dio e gli attaccherà la malattia.... Ma mia madre non crede; però dice: e perchè Jorgeddu non chiama il prete per confessarsi?

— Va bene, pulisci: il prete verrà....

— Il prete verrà? E chi vi ha detto che verrà?

— L’ho sognato....

— Ah, anch’io ho sognato che avevo un «sonette»1, e suonavo, qui sulla porta, ed era caldo.... Ecco, se il prete viene vi porterà qualche cosa, perchè lui fa regali a tutti, e voi ditegli: no, regalatemi un piffero per il mio piccolo servo, così egli suonerà e staremo tutti e due allegri!...

Intanto aveva preso un fascetto di scope legato con un giunco e puliva il pavimento, curvandosi e facendo forza con ambe le mani. Ogni tanto si sollevava, scuotendo i capelli che gli piovevano sul viso olivastro e guardava verso il cortile.

— Verrà stamattina, forse? Adesso accenderò il fuoco e farò il caffè. Lo devo fare anche per lui? Ma.... e la chicchera? Ci vorrebbe una bella chicchera e noi non ne abbiamo. Posso domandarla in prestito.... Ma egli ha buon caffè e buone chicchere a casa sua! — disse poi, ripensandoci bene, — egli è ricco e non ha bisogno del nostro caffè. Dalla finestra aperta si vedono i cadregoni rossi, in camera sua. Ma chissà se egli verrà presto. Mia madre oggi deve andare a infornare il pane in casa di Franzisca Bellu, ed io devo spicciarmi presto perchè devo badare al mio fratellino piccolo. Intanto vi farò cuocere un uovo e vi metterò tutto sul tavolo....

— Pretu, — domandò sottovoce il malato men-

  1. Un piffero.