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— E il nonno con chi resta?

— Solo: forse si cercherà una serva....

— Io ne so una.... — disse subito Pretu che versava il latte dalla bottiglia al tegamino.

In quel momento s’udì nella straducola un passo di cavallo, e Columba balzò in piedi pensando al nonno.

— Non è lui, — disse Jorgj, che conosceva il passo del cavallo di zio Remundu. — Però, sì, è meglio che tu te ne vada. Addio e.... buona fortuna....

Columba si nascose gli occhi col lembo del fazzoletto, porse l’altra mano.

— Addio; stringimi almeno la mano.... Jorgj Nieddu!...

Egli prese quella mano piccola, dura e bruna, che un tempo gli era parsa la mano di Rachele, e la strinse nella sua umida e ardente; ma pensava alla mano piccola molle e bianca di Mariana, e Columba indovinava questo pensiero!

— Addio, — ella ripetè, e uscì rapida, col viso nascosto nel lembo del fazzoletto.

Ma quando fu nel cortile si scoprì guardandosi attorno timida e diffidente come una cerbiatta smarrita. Tutto le sembrava nuovo intorno a lei, e la luce chiara dell’alba le destava meraviglia.

Se ne andò come era venuta, incalzata dalla pietà e dalla gelosia, e tornò a chiudersi nella vecchia casa aspettando che il nonno tornasse: ma anche là dentro penetrava la luce, ed ella continuava a provare un senso di stupore come se tutte le cose avessero cambiato aspetto.