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torno alla sua fortezza, Signor Giorgio! Com’è bello in fondo alla strada! Si vede tutta la valle. Poi sa chi ho veduto? Quella donna. Sta sul limitare della porta, e l’arco nero di questa e lo sfondo della vecchia casa inquadrano a meraviglia la sua figurina gialla e nera, fina e cupa. E il vecchio col suo cavallo? Sembra un gruppo del Peter: ricorda: «I due amici»? Tutte le donnicciuole sono accorse nella strada e guardavano il vecchio e la ragazza, poi guarda vano me....

— Signorina. — balbettò Jorgj stringendosi nervosamente il taccuino al petto, — non dia attenzione a quella gente.... per carità.... non badi a loro! Possono farle del male.... perchè è venuta qui!

Sono così cattivi? Non mi sembra. La ragazza pare piuttosto infelice....

— Oh, non si fidi! Se sapesse come è finta! È tutto un mistero: tace e abbassa le palpebre, tace e tesse con la mente le sue trame malefiche. Anch’io la vedevo in una bella cornice, lassù, in una specie di veranda; mi sembrava una piccola regina di Saba, con l’agnello ai piedi e la testa avvolta in un velo di sogni.... E invece mi ha fatto tanto male! È il fiore amaro dell’oleandro!... Io le farò leggere tutto.... prenda questi foglietti, ma non li guardi adesso.... Non vuole andarsene, no? È presto ancora; ha freddo? Se sapevo che veniva oggi le facevo preparare il caffè....

Ella sfogliò il taccuino, poi se lo mise sotto il braccio e tornò a guardarsi attorno.

— Vuole che lo faccia io il caffè? Dove è la caffettiera?

Egli si vergognò di dire che Pretu usava il pentolino.

— Mi pare fosse rotta.... Il servetto deve averla