Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 181 — |
colpirlo; quando egli si presentò alla giustizia sai cosa rispose per sua sola difesa: «Sentite, gente, voi che capite la ragione: se io avessi mirato quest’uomo (l’accusatore era presente all’udienza) egli adesso non sarebbe qui!» E fu assolto.
— Quel tale eravate voi, lo sappiamo! Eravate un gran tiratore, — disse l’uomo commosso nonostante la sua ammirazione per Zuampredu Cannas.
Il vecchio sorrise con modestia, pago di aver rintuzzato la vanagloria del servo. Più tardi Banna uscì nella strada e cominciò a chiacchierare con le vicine, imitando il servo.
— Ora dovete sapere che sorella mia, Columba mia, sarà più ricca di donna Iuannicca Fiore.... dovete sapere che in casa di Zuampredu Cannas la roba s’ammucchia come nelle sagrestie delle chiese ove sian state portate le decime....
— A chi molto e a chi niente, nel mondo, — sospirò una vecchia: e il mendicante seduto sulla sua pietra col rosario in mano guardava fisso il gruppo delle donne con uno sguardo sospettoso.
Zio Remundu rientrò e andò a guardare il suo cavallo che quel giorno era stato molto irrequieto per la vicinanza del cavallo del servo.
— Quasi quasi me ne vado via stasera, la notte è chiara e calda, — disse a Columba. — Preparami i viveri per il pastore.
Il servo era partito. Columba stava per rientrare quando vide la figurina di Pretu balzar fuori dal cortile, unirsi al gruppo delle donne e sogghignare ascoltando Banna che descriveva i regali mandati da Zuampredu.
— E cosa sono due arance e un agnello? — egli si mise a gridare. — Altro che così ne ha ricevuto oggi il mio padrone; una cassetta di frutta che sembran fresche e son tutte di mie-