Pagina:Deledda - Colombi e sparvieri, Milano, 1912.djvu/149


— 139 —


E si lasciò andare per terra, triste e stanca davvero, tanto stanca da non reggersi più. I piccoli occhi verdognoli del vecchio diventarono scuri.

— Columba! Una sposa parlare così? Una ragazza che ha nella cassa i vestiti da nozze? E perchè questo? Per chiacchiere di donnicciuole. Bè, dimmi, che cosa vorresti per esser contenta?

— Vorrei....

Fu per gridare: «che ciò che è accaduto non fosse accaduto»; ma non osò.

— Vorrei esser già. sposata, già lontana di qui: così tutti saremmo più tranquilli.

— Ma perchè non sei tranquilla? Che cosa ti manca, figlia di Dio?

— Nulla mi manca, babbu Corbu; ma tutti ci vogliono male; persino Banna mi vuol male; lo so, noi non siamo come sorelle, no, siamo come vicine di casa che abbiano da spartirsi qualcosa e stieno pronte a litigare. Persino ziu Dionisi Oro, quell’immondezza di mendicante, che senza di noi morrebbe di fame e di sete, persino lui parla male di noi. Eppure io penso.... che sia stato lui a rubare i denari....

Il vecchio battè forte il bastone per terra.

— Mille volte m’hai detto questo, nipote mia! Lui od altri che mi importa? Il brigadiere ha frugato in casa di Dionisi come in altre case.... e non ha trovato nulla e s’è messo il cuore in pace! E anch’io faccio come lui: non ci penso più. Senti, lucertola mia, facciamo una cosa; non parliamone più. E se la gente mormora lasciamola mormorare; è l’invidia che la rode. Osserva tu quando passa il vento: è l’immondezza, che si solleva e turbina; mentre le pietre restano forme. Così della gente; è la Peggior genìa che si muove e mormora. E se tu ti metti in mente