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tro cui la cenere si moveva come una nuvoletta. — Perchè ti sei spaventata?

— No, no, vi giuro, lo spirito l’ho veduto. Era lungo, bianco, si moveva: anime mie, cosa volete che fosse?

Ella tremava ancora; non c’era altro rimedio che farle bere l’acqua, e zia Martina deposto il bicchiere per terra vi girò attorno sette volte mormorando le parole di scongiuro:

Unu - unu est Deus,
Duo, - duos su chelu e sa terra,
Tres - sa Trinidade,
Battor - sos battor Vangelos,1)

e così fino a dodici, i dodici apostoli, in nome dei quali ella impose al demonio di allontanarsi e di non spaventare oltre la giovane serva: poi depose il bicchiere sul palmo della mano e così lo porse a Margherita.

La ragazza bevette, soffiando sulla miscela per cacciare in fondo i carboni; tossì perchè la cenere le raschiava la gola, sputò e si sentì più tranquilla.

— E adesso ascoltami, — disse zia Martina riprendendo la sua corbula, — io ti ho fatto l’acqua e benefica ti sia; ma il tuo male non è questo, Margherita mia; il tuo male è qui, in testa; il tuo padrone ti ha attaccato un po’della sua follia. Egli farà di te quello che il nibbio fa della colomba: ti divorerà. Sentimi, vattene da quella casa! Addio, Banna, addio Columba, statevi bene.

Se ne andò soddisfatta, ma mentre Margherita piangeva di nuovo e Banna la confortava, Co-

  1. Uno - uno è Dio, — Due - due il cielo e la terra, — Tre - la Trinità, — Quattro, - i quattro Vangeli, ecc.