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Zuampredu Cannas pensava a me: e mi suggerì lui di prendermelo.... Ebbene, sì, me lo prendo, e tu muori di rabbia; l’hai voluto tu! Da te io non ho avuto che dispiaceri e umiliazioni. Fin dai primi tempi, quando venivi qui alla notte, io tremavo di paura, e tu ci prendevi gusto!... Poi continuò sempre a farmi dispetti, a contraddire il nonno, a parlar male di Banna, a lasciarmi capire che ella era stata innamorata di lui e che lo perseguitava perchè l’amore s’era cambiato in odio.... Poi.... poi tutto il resto... Sì, sì, egli non mi scriveva mai, quasi che io non sappia leggere, e si rideva delle mie lettere. Egli si rideva di me; egli s’è comportato come s’io fossi una sua nemica. Nemica mi ha voluto e nemica mi tenga.... S’egli è malato la colpa è sua, non mia. Che cosa viene a raccontare quell’altra straniera sfaccendata? Non aveva che fare in casa sua, quella lì, per venirsene qui fra i dirupi a cercare chi non la cerca? Se mi capita sotto le unghie le cavo gli occhi; io non permetto a nessuno di giudicarmi. A nessuno, hai capito Columba Corbu? Neanche tu ti devi giudicale, perchè quello che hai fatto è fatto tutto bene.... »

Il ritorno in cucina delle due donne ruppe il filo dei suoi pensieri. Banna teneva sempre le mani entro le spaccature della gonna e sorrideva, con gli occhi seri e quasi cupi.

— Sorella mia, puoi esser contenta: i tuoi vestiti sembran dipinti.... Li ho messi nella cassa, poichè roba come quella non si lascia buttata qua e là come stracci.

— Io non l’avevo buttata: e d’altronde, sciupata quella potrò farmene ancora. Zuampredu Cannas può darmi denari quanti ne voglio.

Il suo accento era triste e aggressivo: Banna fu per risponderle sul medesimo tono, ma la