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cori se volete che l’anima vostra risorga» ebbene, figlio caro, io mi misi a piangere con le donne. Remundu Corbu si volse e mi riconobbe. Egli aveva paura di me e rimase sbalordito; poi si alzò e si allontanò rapidamente. Ecco perchè dice che io sono un poltrone, un buono a niente: perchè quella volta non l’ho ucciso, e perchè non lo odio e non gli faccio del male.

Mentre raccontava, il vecchio sgranava il rosario e non cessava di volgere la testa di qua e di là mosso dall’istintiva abitudine di ascoltare i minimi rumori del luogo.

Io mi sentivo triste: la figura di zio Remundu mi appariva fosca ed equivoca.

Tentai di difenderlo, ma il vecchio bandito non parlò più: quando credeva di aver detto una verità non discuteva oltre.

Solo prima di lasciarci mi disse:

— Se tu non mi credi, meglio, o peggio per te. Cristo è morto ed è risorto e non tutti ci credono.

Io rimontai a cavallo e ripresi il viaggio al chiaror della luna che saliva dal mare. A poco a poco la calma e la gioia ritornavano nel mio cuore.

Ricorderò la storia del vecchio finchè vedrò la terra rifiorire dopo l’inverno grigio e ogni volta che vedrò un uomo tendere verso la sua vera risurrezione che non è dopo la morte ma in questa vita stessa ed è il bene dopo il male, l’amore dopo l’odio.

Ma l’incontro col vecchio Arras mi portò sventura.

Columba era malinconica e taciturna più del solito; il giorno di Pasqua non volle neanche andare a messa, e a me che le chiedevo ragione del suo cattivo umore diceva di preoccuparsi perchè la serva era malata. A tavola quel gior-