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La penultima domenica di carnevale nel villaggio in festa si sparse la notizia che donna Manuela Cabras moriva. In un attimo la gente raccolta in piazza, attorno alle maschere simili a bovi e ad orsi che ballavano una danza selvaggia accompagnata da gridi melanconici, si divise in gruppi e commentò la notizia. Donna Manuela era la più ricca, litigiosa e benefica proprietaria del Circondario. Litigava coi vicini di casa, per le finestre e per lo scolo delle acque piovane; litigava con gente dell’altro Circondario per diritti di passaggio in certe sue terre incolte: persino alla Chiesa aveva intentato lite, per un piccolo santuario la cui abside dava nel suo cortile. I benestanti e i preti l’odiavano: i bisognosi la lodavano perchè beneficati nascostamente da lei.

Il portalettere, che era uno di questi, attraversò preoccupato la piazza, con una lettera in mano. Come fare? Egli la conosceva bene, quella lettera dall’indirizzo chiaro che sembrava stampato. Era del pretore, fidanzato della figlia di donna Manuela. Doveva proprio consegnarla quel giorno, o aspettare all’indomani?