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la porta aperta 61


i preti non si posson vedere. Forse egli, per dispetto a mio zio, mi darà i soldi per pagare la cambiale.

Ma il frate priore ronfava e taceva: il suo alito caldo arrivava fino al viso di Simone. Stanco di aspettare, il penitente si scosse dal suo sogno di espiazione e dai suoi maligni pensieri; aguzzò i grandi occhi scuri e infantili, e un sorriso amaro incavò le fossette delle sue guancie rase. Il para dormiva. Ah, anche il Signore è sordo ai gridi del peccatore disperato.

Piano piano Simone se ne andò, col cuore pieno di tristezza e la mente agitata da brutti pensieri. Intorno all’altare maggiore cominciavano le funzioni, e già s’udiva la voce allegra di prete Barca salmodiare gorgheggiando. La gente entrava ed usciva: adesso arrivavano anche gli uomini, alti, con le barbe lunghe e quadrate come ai tempi di Mosè, vestiti con giacche di pelle e calzoni di saja corti, larghi, simili a gonnelline. Alcuni sembravano profeti, tanto erano solenni, calmi e semplici; altri erano piccoli, scarni come il nostro Simone, bruciati dal vento e dai cattivi pensieri. Anche le donne ricordavano quelle della Bibbia; e ad una che Simone incontrò nel cortile della Basilica, una vedova alta e secca, olivastra in viso e con grandi