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278 | libeccio |
Accorgendosi che l’uomo tremava convulso gli baciò la mano.
— Sei in collera perchè ho tardato? Ma lui sta male: anzi bisogna che torni subito. Ho paura....
— Di chi, paura? Di lui? O dell’altro?
— Diego! Perchè parli così? Che cosa ti hanno raccontato?
— Vieni nella mia capanna e te lo dirò. Ubbidisci....
E anche lei ubbidì. Andavano verso la capanna, spinti dal vento. Il marito d’Agata, intanto, era tornato e non trovando la moglie la cercava, armato. Vide i due, da lontano, e li aspettò. Quando furon vicini mirò sulla donna, e il lampo rosso della fucilata, mentre lo scoppio si perdeva nel rumore del turbine, illuminò la sua figura alta e scura, il viso di bronzo, gli occhi lividi, e il viso bianco e dolce e gli occhi dorati e spauriti della vittima che cadeva in avanti a braccia aperte. L’amante la sollevò, poi la lasciò ricadere, ed ella rimase così, sulla sabbia, come una croce nera.