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nocentemente ciò che aveva appreso dall’altra serva:

— Sennòra Rughitta stessa lo ha invitato, stamattina, dal balcone....

Ma egli balzò in piedi morsicandosi la nocca dell’indice e si volse minaccioso verso la casa, imprecando.

— Non fate scandali, adesso, — consigliò Barbara. — Abbiate pazienza, padrone; sennòra Rughitta è buona, e la collera le passa presto. Sedetevi, state qui tranquillo: una porzione di disgrazie l’abbiamo tutti, ricchi e poveri.... Un po’ per uno....

Egli tornò a sedersi, come calmandosi alle parole di lei, e le posò una mano sulla spalla, avvicinandole il viso al viso. Ella sentiva l’alito caldo di lui, ma non si mosse per non svegliare il bambino.

— Te dovevo scegliere, Barbara, e non la figlia del magnano. Guarda come ti sta bene quel bambino in grembo, come un fiore nel cespo....

— Voi scherzate, padrone....

— Non scherzo, rosa mia.... E da molto che mi piaci.... Se tu volessi.... Barbarè!... Ce l’hai un portamonetino? Ci metterò dentro un marengo d’oro....

Barbara cominciò ad aver paura; ma una paura piacevole come quella che le destava il vento con la voce di donna Maria di Gùdula. Si mise a ridere, ma i denti le battevano.

— Se vi sente sennòra Rughitta!...

— Ai corvi sennòra Rughitta! Sono stanco