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l’uomo nuovo 171


uno che conosco io il quale non scrive mai alla famiglia perchè dice che nelle carte di un libro detto Apocalisse c’è scritto che l’amore dato alla madre è rubato a Dio.

«Ma io rispetto Dio, ma prima è la famiglia; e così il padrone dove sto a servizio come pastore mi vuol bene, più che al suo figlio stesso, il mio padroncino, perchè dice che questo è una testa matta. Ma anche il mio padroncino mi tiene in conto di fratello, mi confida tutto, persino se ha qualche nemico; e così ha promesso di mettermi a parte di un suo negozio e farmi guadagnare in poco tempo il tanto da comprarmi il gregge e forse anche la casa e inoltre i regali di sposa a te, tanto che tutti resteranno meravigliati e diranno persino che sono andato a rubare! Sta allegra, in grazia di Dio, e saluta tua madre, lo studente vostro inquilino, mio fratello, i tuoi zii, i parenti, i vicini e persino il gatto e le volpi di campagna. E tu ricevi un caro abbraccio dal tuo amante

«Farina Portolu.»


— Prendi, conservala bene, — disse lo studente, con la sua voce amara, sollevando per un momento il viso scarno e scuro e gli occhi minacciosi. — Andrà davvero a rubare.

— E se va lo lasci andare, — ella rispose con la sua voce calma e lenta. — Mi dica, piuttosto, per piacere, quanti giorni la lettera era in viaggio? Dal cinque luglio? Ha letto bene? Oggi ne abbiamo undici. Sei gior-