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— Perchè questa visita della straniera al nostro paese? La festa di Sant’Elia è in giugno, — disse la maga, bella, pallida con le treccie intorno alle orecchie e una collana di predas de ogu, coralli efficaci contro il malocchio, intorno al collo nudo, accogliendo le due donne come se fossero in visita e offrendo loro il nasco e gli amaretti.

— Ah, — sospirò la straniera, seguendo il cerimoniale insegnatole dalla comare, — sono venuta per divagarmi, perchè da qualche tempo in qua ho tanti malanni.

— Che cos’avete, sorella mia? — domandò la maga, in piedi davanti alla tavola ma curvandosi e appoggiandovi il gomito; e mentre l’altra enumerava i suoi malanni, ella come per distrazione toccava e metteva in fila, l’una sull’altra un mazzo di carte.

— Che idee! — disse alfine come scherzando. — Siete zitella, vero? prendete marito e fate un bel figlio.

L’altra arrossì e pensò al cugino che stava a pascolare i cavalli: ma subito protestò:

— Son vecchia! Ho un cancro dentro la testa e m’han fatto qualche malia!

Allora la maga si sollevò e si accomodò la collana, sorridendo: i suoi denti scintillavano, ma ella non parlava e per qualche momento nella cameretta bianca ove le tre figure nere parevan sorger dalle loro ombre, regnò un silenzio grave, misterioso. Finalmente la maga disse:

— Mia nonna aveva un rimedio curioso per