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120 | padrona e servi |
stata giovane; ma adesso che declina come il sole non vi pare che come il sole debba perder la sua forza?
Allora il servo anziano minacciò di accusarlo ai padroni.
— Tu parli come un loro nemico; tu non sei degno di mangiare il loro pane. Ti farò cacciar via!
— Ah, ah, state attento che non vi faccia cacciar via io!
Più tardi il vecchio stava seduto davanti alla capanna e imprecava a bassa voce. Il giovane era già ripartito verso il paese, e il pastore si sentiva triste come la sera, col cuore gonfio e la saliva amara.
— Ora te lo posso ben dire, Juanneprè, — diceva al compagno, — la mia padrona ha un solo difetto: quello di sopportare le persone malvage; ma se stanotte non torno in paese e non faccio cacciar via quel pezzente, crepo di rabbia.
— Un re degli antichi tempi diceva: la raqbbia della sera lasciala alla mattina.
E per qualche momento il vecchio parve calmarsi.
Fra due quercie appariva l’orizzonte coperto da un velo di nebbia luminosa, turchino in fondo come una striscia di mare, poi giallo come una spiaggia, poi rosso violetto e azzurro. La luna nuova cadeva lentamente colorandosi di rosso come attratta dai vapori del tramonto; e tutte le cose intorno, gli alberi immobili e che pure mor-