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padrona e servi 117


pregio di lei è come delle cose portate di lontano e dall’estremità della terra. In lei riposa il cuor del suo sposo, il quale non avrà bisogno di procurarsi bottino.

«Ella si alza che è ancor notte e distribuisce il vino alla gente di casa e il mangiare alle sue serve.

«Pose gli occhi sopra un podere e lo comprò: del guadagno delle sue mani piantovvi una vigna.

«Ella a forti cose stende la mano e le sue dita maneggiano il fuso.

«Ella si fa tappeti di vari colori; il suo abito è di bisso e di porpora.

«Con sapienza ella apre la bocca e la legge della bontà governa la sua lingua.»

Gli uomini ascoltavano riuniti intorno al giovane prete: attraverso la piccola finestra si vedeva la collina verde coperta dal velo roseo del tramonto, e di lassù arrivava fino alla camera del vecchio il tubare delle tortore e l’odore del timo selvatico.

Diecu Delitala guardava il malato e di tanto in tanto scuoteva la testa come per scacciare qualche mosca che gli ronzasse attorno. Eccolo lì il vecchio rivale! A che è servito l’incantesimo? Egli è stato egualmente felice e adesso riposa sul suo letto come un vecchio re giusto e potente.

— A che pensi, Diecu Delità? — gli chiese il vecchio, vedendolo così pensieroso.

Diecu Delitala s’accomodò la berretta sul forte capo bruno.