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112 padrona e servi


sono aumentati, i servi si vogliono pagati al doppio.

— Moglie mia, pensa che mi hai già tre volte aumentato il fitto: io poi sono tuo marito da trent’anni e sono qui legato come un prigioniero.

— I tributi e le spese crescono, Daniè! A te aumento solo cinquanta scudi di fitto, mentre mio cugino vuol darmi, per la tanca, cento scudi in più di quello che mi dai tu.

Il marito, che era costretto a letto da una forte artritide, fece una smorfia di dolore.

— Bene, chiamami il servo giovane; lo manderò all’ovile per dire ai pastori che spingano l’armento dalla mia alla tua tanca. E sia per cinquanta scudi, Austì; ma cerca di farmi vender bene il puledro. Stanotte ho sognato che lo domavo.

— Non dubitare: quand’è che non ho curato i tuoi interessi?

Toccandosi la saccoccia per assicurarsi che dentro c’eran le chiavi, il ditale, il rosario, le monete, la donna andò a svegliare le serve che ella chiudeva a chiave nella loro camera, specialmente quando erano in paese i servi; attraversò la dispensa, ove i mucchi di pane bianco e di pane d’orzo sembravano colonne di avorio e di marmo bardilio, e scese nella vasta cucina. Era un lunedì. I servi, che il giorno prima avevan fatto baldoria, dormivano ancora sulle stuoie, attorno al focolare; fili di luce rossa piovevano dai buchi del tetto basso, buchi praticati per lasciar passare il fumo, illumi-