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106 il natale del consigliere


ma finì col prendere il pasticcio e ricominciò il suo racconto. Sì, prima di partire per l’America suo marito aveva messo su una rivendita di generi alimentari: le cose andavan bene, ma il capitale non era suo, ed egli appunto era partito con la speranza di guadagnarselo. Invece il vento della morte aveva spazzato via lui e la sua piccola fortuna. Ella si asciugò gli occhi con le dita unte del pasticcio.

— Coraggio, Grassiarò! Gente buona ce n’è ancora nel mondo: può darsi che si trovi il piccolo capitale per rimetter su la rivendita. Ma tu sei brava a vendere? Se sei brava a vendere e a ricomprare, il resto è subito fatto.

Ella lo guardò, con gli occhi grandi spalancati; poi scoppiò a piangere, ma tacque subito e si fece il segno della croce. Giusto in quel momento dal villaggio sulla collina scendeva un tremito sonoro di campane, lontano, dolce, simile a un tintinnìo di greggie pascolanti. Era il primo tocco della Messa.

— Se è Lusbè scappa! — pensò Antonietta, vedendo la zia farsi il segno della croce; e se lo fece anche lei, e tutti la imitarono.

Ma l’uomo nero, invece di scappare prese la bottiglia e cominciò a raschiare con l’unghia la carta dorata.

— Grassiarò, coraggio! Sai il proverbio sardo: c’è anche un giorno per il povero. Dunque, cosa metteremo in questa rivendita? Eppoi aiutami a sturare questa bottiglia e porta dei bicchieri.