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96 | il natale del consigliere |
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— Perchè partire, quando si soffre? — si domanda don Salvatore Angelo, sdraiato immobile sulla sua cuccetta bianca. E sente un’angoscia profonda, e gli sembra di essere sul dorso di una bestia indomita che corre attraverso un immenso deserto pericoloso. Se si muove è perduto: e sta fermo il più che è possibile e pensa al giorno in cui non si moverà più!
Prova un terrore come per l’approssimarsi della morte: i ricordi più tristi e i più lieti, i fantasmi più odiati e i più cari lo circondano: la cabina gli sembra una tomba ove egli ha deposto ogni vanità e ogni ambizione.
— Perchè partire, quando si soffre? — si domanda don Salvator Angelo, mentre il vento che soffia nella notte limpida batte al finestrino come un uccello notturno, e fischia, geme, vuol entrare e riposarsi. — Sempre così: andare per soffrire. Soffrire per gli altri, per la nonna rimbambita, per parenti inutili, per nipoti discoli, per marmocchi indisciplinati: sempre così, camminare, andar avanti per gli altri. Ah, vicerè?... Sì, da ragazzetto, prima di portar il cappellino coi nastri, prima di saltar i muri (ah, Grassiarosa la «pal-