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94 | il natale del consigliere |
stè le correva appresso come ammaliato. Ma donna Mariantonia si sbagliava, sebbene fosse savia come un’abbadessa, Dio l’abbia in gloria. Gli altri nipoti, sì, hanno mangiato i fichi acerbi; e lei.... lei è diventato l’onore del paese!
— Eh, figuriamoci!
Un rispettoso stupore allungò il viso legnoso e bruciato del vecchio nomade.
— Le par poco? Consigliere di Corte d’Appello?
— Ci sono posti più alti.
— E se ci sono lei li raggiungerà. Se ci fosse ancora il vicerè lei lo farebbero....
Don Salvator Angelo sorrise, lusingato suo malgrado, e domandò notizie del paese e dei conoscenti.
I tempi eran tristi, le annate cattive; tutti avevano qualche guaio, e la gente se ne andava in America e in altri paesi, come gli Ebrei al tempo di Mosè. E molti morivano laggiù, e molti sparivano e non si sapeva più nulla di loro, come ingoiati dal mare: fra i morti c’era anche un antico servo della nonna di don Salvator Angelo, un certo Bambineddu, chiamato così perchè uomo semplice. Bambineddu aveva appunto sposato la bella Grassiarosa, la «palma» che un tempo piaceva al suo nobile padroncino.
— E che ne è avvenuto di lei?
— Lei? È rimasta vedova, con sei o sette figli tutti piccoli come le dita della mano. Ultimamente l’ho vista in un casotto della fer-