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sul posto ove Efes soleva coricarsi. Anania se ne accorse e non si oppose, ma appena fu a casa, coricato nel gran letto di zia Tatàna, provò un impeto di rimorso. Non poteva dormire; si voltava e rivoltava, sembrandogli d’esser anche lui tormentato da migliaia di spille.

— Che hai, bambino? — chiese zia Tatàna, con l’usata dolcezza. — Ti fa male il ventre?

— No, no....

— Ma che hai dunque?

Egli non rispose subito, ma dopo qualche momento rivelò il segreto.

— Abbiamo sparso tante spille sul posto ove dorme Efes Cau....

— Ah, cattivi ragazzi! Perchè avete fatto ciò?

— Perchè egli si ubriaca....

— Ah! Santa Caterina mia! — sospirò la donna. — Come sono cattivi i ragazzi d’oggi! E se qualcuno mettesse delle spille dove dormite voi? Vi piacerebbe? No, vero? Eppure voi siete più cattivi di Efes. Tutti nel mondo siamo cattivi, agnellino mio, ma bisogna che ci compatiamo a vicenda: altrimenti guai, ci divoreremmo come i pesci del mare. Re Salomone disse che spetta soltanto a Dio giudicare.... Hai capito?

E Anania pensò a sua madre, a sua madre che era stata così cattiva da abbandonarlo.