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— Va via, — disse, — va via, piccola rana. Fa freddo.

— Lasciatemi dunque entrare, — egli supplicò. — Fa freddo davvero.

— Va dunque al molino.

— No, c’è mio padre che mi ha mandato via. Ih, quanta gente è venuta là!

— Entra dunque, povero orfano, anche tu senza madre! Che cosa dice zio Anania? Grida ancora?

— E lasciatelo gridare! — consigliò Bustianeddu, sedendosi accanto ad Anania, e raccogliendo e rosicchiando il torso della pera, abbastanza rosicchiato e già buttato via dal piccolo straniero.

— Son venuti tutti, — raccontò poi, parlando e gestendo come un uomo maturo. — Maestro Pane, mio padre, zio Pera, quel bugiardone di Franziscu Carchide, zia Corredda, tutti vi dico insomma....

— Che cosa dicevano? — chiese la donna con viva curiosità.

— Tutti dicevano che dovete adottare questo bambino. E zio Pera diceva ridendo: «Anania, e a chi dunque lascierai i tuoi beni, se non tieni il bambino?» Zio Anania lo rincorse con la pala; tutti ridevano come pazzi.

La donna dovette esser vinta dalla curiosità, perchè ad un tratto raccomandò a Bustianeddu di non lasciar solo Anania ed uscì per tornare al molino.

Rimasti soli, Bustianeddu cominciò a fa-