Pagina:Deledda - Cenere, Milano, 1929.djvu/51


— 45 —

mettertele sul capo!,1 — osservò energicamente la donna.

Ma siccome egli insisteva, ella disse:

— Ebbene, andrai domani. Ora finisci il tuo lavoro, e ricordati ciò che diceva il re Salomone: «La furia della sera lasciala alla mattina....»

I tre uomini tornarono al lavoro: ma spingendo sotto la ruota la pasta delle olive frante, il mugnaio gridava, borbottava, imprecava, mentre gli altri lo deridevano e la moglie gli diceva tranquillamente:

— Via, non prenderti poi la porzione più grande.2 Dovrei arrabbiarmi io, Santa Caterina mia! Ricordati, Anania, che Dio non paga il sabato.

— Taci, figliolino mio, — disse poi al bimbo, che singhiozzava nuovamente, — domani aggiusteremo tutto. Ecco, così gli uccelli volano dal nido appena hanno le ali.

— Ma sapevate voi che quest’uccellino esisteva? — chiese ridendo uno dei due uomini che spingevano la spranga.

— Dove sarà andata tua madre? Com’è fatta, dimmi? — domandò il ragazzetto, mettendosi davanti ad Anania.

— Bustianeddu, — gridò il mugnaio, — se non te ne vai ti mando via a calci....

— E provate un po’! — diss’egli, spavaldo.

  1. Espressione locale. Fare scandalo a proprio danno.
  2. Espressione locale. Offendersi, mentre si ha torto.