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torrenti, inondando le infuocate pianure del cielo.

Col cuore balzante di gioia Anania rimase assorto nella contemplazione del magnifico spettacolo, finchè le ombre della sera, fugato il miraggio, stesero un drappo violaceo su tutte le cose: allora egli rientrò nella casa della vedova e sedette accanto al focolare.

I ricordi lo riassalirono. Nella penombra, mentre la vecchia preparava la cena e parlava con voce tetra, egli rivedeva Zuanne dalle grandi orecchie, intento a cuocer le castagne, ed un’altra figura silenziosa e incerta come un fantasma.

— Dunque hanno ammazzato tutti i banditi nuoresi? — chiedeva la vecchia. — Ma credi tu che passerà lungo tempo prima che nuove compagnie sorgano qua e là? Tu ti inganni, figlio mio. Finchè vivranno uomini dal sangue ardente, abili al bene ed al male, esisteranno banditi. È vero che ora essi sono così cattivi, talvolta vili, ladroni e spregevoli! Ah, ai tempi di mio marito era altra cosa, sai! Come erano coraggiosi allora! Coraggiosi e benefici. Una volta mio marito incontrò una donna che piangeva perchè....

Anania s’interessava mediocremente ai ricordi di zia Grathia: altri pensieri gli passavano per la mente.

— Sentite, — egli disse, appena la vedova ebbe finito la pietosa storia della donna che piangeva, — non avete saputo mai nulla di mia madre?