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la pietà infinita per l’incoscienza e la irresponsabilità di lei, l’orgoglio che egli provava nel sentirsi così pietoso, la sete di sacrifizio....

Tutto menzogna. Basta un vago indizio, dato da una vecchia rimbambita, per ridestargli nell’anima una tempesta di fango, e suggerirgli l’idea del delitto!

Tutto illusione, tutto sogno in «questa cosa strana» che è la vita.

— E se fosse illusione anche ciò che penso adesso? Se io mi ingannassi? Se Maria non fosse lei? Ebbene, se non Maria è un’altra, — concluse disperato; — vicina o lontana, ella esiste e mi chiama, ed io devo ritornare sui miei passi, ricominciare, ritrovarla, viva o morta. Oh, fosse morta!

Attese il ritorno della padrona, e per calmarsi cercò di analizzare la strana passione che lo tormentava, ripetendo a sè stesso che la maggior sua pena proveniva dal crudele contrasto dei due esseri che formavano lo sdoppiamento del suo io.

Uno di questi due esseri era un bambino fantastico, appassionato e triste, col sangue malato; era ancora lo stesso bambino che scendeva la montagna natia sognando un mondo misterioso; lo stesso che nella casa del mugnaio aveva per lunghi anni meditato la fuga senza compierla mai; lo stesso che a Cagliari aveva pianto credendo che Maria-Rosa potesse essere sua madre: l’altro essere, normale e cosciente, cresciuto accanto al bambino incurabile, vedeva la incon-