Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 13 — |
•
Solo in autunno zio Micheli si accorse che sua figlia aveva peccato. Una collera feroce invase allora l’uomo stanco e sofferente che aveva conosciuto tutti i dolori della vita, fuorchè il disonore. A questo si ribellò. Prese Olì per un braccio e la cacciò via di casa.
Ella pianse, ma zio Micheli fu inesorabile.
Egli l’aveva avvertita mille volte; e forse avrebbe perdonato se ella avesse peccato con un uomo libero; ma così no, non poteva perdonare.
Per qualche giorno Olì visse nella casa in rovina intorno alla quale Anania aveva seminato il grano; i fratellini le portavano qualche tozzo di pane, ma zio Micheli se ne accorse e li bastonò.
Allora Olì, per non morire di fame e di freddo, giacchè l’autunno copriva di grandi nubi livide il cielo, e il vento umido soffiava attraverso le macchie arrossate dal gelo, s’avviò verso Nuoro per chiedere aiuto all’amante. Fosse caso od avvertenza, a metà strada incontrò Anania che la confortò, la coprì col suo gabbano e la condusse a Fonni, paese di montagna, al di là di Mamojada.
— Non aver paura, — disse il giovine, — ora ti conduco da una mia parente, presso la