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— Non la vedrò più! Cadrò morto appena ella avrà chiuso il portone, — pensò, quando giunsero al limite fatale.

Margherita tirò il catenaccio, poi si volse e porse la mano allo studente. Era pallidissima.

— Addio.... Ti scriverò.... Anania...

— Addio, — egli disse, tremando di gioia; ma invece di andarsene si ritrasse nell’ombra e attirò a sè Margherita.

E parve ad entrambi che il contatto delle loro labbra facesse scoppiare qualche cosa di terribile e di grandioso nell’aria, perchè, mentre si baciavano perdutamente, sentirono come il rombo e l’ardore e la luce del fulmine.


VIII.


A Cagliari Anania frequentò il Liceo e per due anni l’Università: studiava leggi.

Quegli anni furono come un intermezzo, nella sua vita; un intermezzo pieno di dolcezza e di armonia.

Già in treno, mentre attraversava i solitari paesaggi sardi resi più tristi dall’autunno, egli sentiva una nuova vita. Gli pareva di esser un altro; di aver cambiato vestito, smettendone uno lacero e stretto per uno nuovo, soffice e comodo. Era il bacio di Margherita che lo