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che potrai tornare con più facilità ad ogni occorrenza. Nelle vacanze di Natale potrai tornare....
— Vado dunque a Cagliari! — decise Anania, rasserenato.
L’indomani cominciò a far le visite di congedo. Andò dal direttore del Ginnasio, da un canonico amico di zia Tatàna, dal medico, dal deputato, ed infine dal sarto, dal pasticciere e dal calzolaio Franziscu Carchide, il bel giovinetto che un tempo frequentava il molino. Ora il Carchide aveva fatto fortuna, non si sapeva nè come nè perchè; possedeva una bella bottega, con cinque o sei lavoranti, vestiva in borghese, parlava affettato, e si permetteva di fare il galante con le signorine che serviva!
— Addio, — disse Anania entrando nella bottega, — posdomani parto per Cagliari: desideri qualche cosa?
— Sì, — rispose uno dei giovani, sollevando il volto sorridente, — mandagli un anello col diamante, perchè egli deve sposarsi con la figlia del sindaco!
— E perchè no? — esclamò boriosamente il Carchide. — Accomodati, dunque.
Ma Anania, disgustato per lo scherzo che gli pareva un’ingiuria a Margherita, s’accomiatò subito.
Uscendo incontrò sulla porta il giovinetto che la voce pubblica diceva figlio del Carboni; un ragazzo molto alto per la sua età, un po’ curvo, pallido, con le mascelle sporgenti e gli oc-