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88 | cattive compagnie |
s’allargava uno spiazzo dal quale si vedeva un vasto paesaggio: valli rocciose a destra e a manca, la montagna di fronte. Sullo sfondo della montagna, azzurrognola in quel sereno meriggio di primavera, di là dello spiazzo, in faccia alla casa del Sotgiu, sorgeva la chiesa parrocchiale, con la sua torre antica, la facciata nera, la porta gotica ombreggiata da due olmi secolari.
Sotto uno di questi olmi, su una panchina di pietra, sedevano costantemente due vecchi paesani: così immobili, così scuri nei vestiti, nel viso, nelle mani appoggiate ai bastoni, paravano due statue decorative collocate lì dai tempi della fondazione della chiesa.
Mentre Juanne passava davanti a loro, facendosi da buon cristiano il segno santissimo della croce, uno dei vecchi disse:
— Cerca la sua serva, Antonio Maria Pasquale? È in chiesa.
— Ah, eccola! — disse l’altro, subito dopo.
Il giovinotto si volse, sorridendo beffardo, pronto a dir qualche parola piccante alla giovane donna alta e sottile che usciva di chiesa in quel momento. Ella aveva una chiave in mano. Vestiva tutta di nero, col corpetto chiuso: il suo viso bianco, dal profilo purissimo, era così triste che il giovinotto non