Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
80 | cattive compagnie |
sfondi verdi e azzurri e lontananze di mare, era deserta, calda, coperta dal cielo luminoso.
Serafino non aveva che a stendere la mano per stringere a sè la straniera; e non aveva altro desiderio; ma non osava. Gli pareva che Elisabeth scherzasse: no, non era possibile che ella facesse sul serio. Lo stesso fruscio delle vesti di lei metteva in guardia il povero maestro. Eppure egli aveva paura di esser ridicolo, con la sua goffa timidezza.
D’un tratto la strada svoltò, s’aprì sopra un precipizio roccioso, in fondo al quale il mare sospirava con un lieve lamento.
Elisabeth si ferma: guarda con occhi pensosi.
— Era un punto così? — domanda.
— Sì.
E non sa per quale misteriosa legge mnemonica Serafino ricorda tutto il suo passato, come durante il suo sogno. E adesso? Adesso è là, amante e forse amato, là, con la sua compagna bella e intelligente, che viene di lontano, così, come le onde, come le nuvole e gli uccelli, e che forse aspetta solo una parola per offrirgli tutta la sua bellezza e la sua fortuna. E, con un impeto quasi disperato, egli l’abbracciò.
Elisabeth sollevò fieramente la testa, e allora egli s’accorse d’una cosa strana. Ella piangeva.