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Novella romantica 65


lava delle sue novelle cestinate. Invano Serafino affermava che non ne avrebbe scritto più: il letterato non pensava ad altro che ad annientarlo. Serafino soffriva, non tanto per i torti che gli venivano fatti, quanto perchè ogni giorno di più si convinceva che l'amore e la carità non esistono nel mondo.

Anche lui, del resto, non amava nessuno: neppure i suoi trenta scolaretti monelli.

Una volta s’era proposto d’innamorarsi della più bella ed elegante signorina del paese, la figlia d’un ricco proprietario; una bruna che pareva una figurina di Zuloaga.

— Come l’amerei! — pensava. — Non sono così sciocco da pensare di sposarla, ma se potessi baciarla ed esser baciato da lei una sola volta, se potessi sentire il suo cuore battere sul mio, mi parrebbe di rinascere.

Ma la figurina di Zuloaga sognava di sposare un segretario di Ministero e quando il maestro di scuola passava sotto la sua finestra ella gliela chiudeva rumorosamente in faccia.

*

Egli abitava in due stanze terrene riparate da un tetto provvisorio, in una vecchia casa, o meglio in una casa di cui erano stati appena

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