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Novella romantica | 61 |
ginocchia; ed egli, per qualche momento, non potè muoversi neppure per riprenderlo tanto l’impressione del sogno lo irrigidiva.
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Il giorno dopo venne a sapere che nell’ora precisa del suo sogno, il vecchio condannato era veramente evaso, fuggito per un varco dove nessuna sentinella poteva impedire il passo. Era morto.
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La sera cadeva. Le acacie e le canne frusciavano come drappi di seta, sempre più nere sullo sfondo vitreo del cielo solcato di nuvole rosse. Le onde violacee e sanguigne s’increspavano appena contro il soffio già freddo del vento.
I soldati cantavano nel cortile, con urli melanconici di cani legati.
Serafino, invece di mettersi davanti al portone, profittava delle ore di libertà per scrivere una novella.
Il canto dei soldati, smorzato dal vento, gli dava la stessa impressione sonnolenta e no-