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32 | cattive compagnie |
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Durante la notte egli vagò lungo la spiaggia, si aggirò attorno alla capanna, cantò, rise e parlò ad alta voce, come se le cose tutte potessero ascoltarlo e partecipare alla sua ebbrezza. Gli pareva di esser tornato fanciullo. Non si pentiva di quello che aveva fatto, anzi ne era quasi orgoglioso. Rivedeva Marianna, che dopo essersi abbandonata lo guardava, umile e quasi riconoscente, e poi lo sfuggiva senza rivolgergli una parola di rimprovero o di promessa.
Per quanto la richiamasse, coi suoi fischi, i canti, i versi melanconici che si confondevano coi lamenti del cuculo, durante la notte ella non si lasciò più vedere. All’alba gli ospiti partirono: il vecchio sedette in sella e Marianna in groppa al cavallino baio.
— Verrò a trovarti.... per la festa.... — disse Sebiu. La sua voce tremava.
— Se tu vieni ed io avrò un pane te ne darò la metà, e se non lo avrò me lo presterò dal vicino, — promise il vecchio solennemente.
Sebiu fissava su Marianna i suoi occhi ar-