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Solitudine! | 19 |
— Fa del bene, Sebiu, fa del bene, che poi andrai all’inferno! — ripetè a sè stesso avanzandosi fino allo stradale, deciso a passar la notte fuori della capanna. Sedette sur paracarri e a poco a poco si calmò e si distrasse.
Era quasi notte. La luna alta sul cielo chiaro illuminava il mare e la landa; soffiava un leggero vento di sud-ovest che portava l’odore delle macchie e dei giunchi di palude, e il lamento del cuculo che singhiozzava in lontananza. Senza volerlo e senza saperlo Sebiu sentiva la dolcezza un po’ triste e un po’ voluttuosa di quella sera primaverile: ricominciò a pensare a sua moglie come ad un’amante lontana, e il pensiero di rivederla, e il desiderio di lei gli riempirono il cuore di tristezza appassionata.
Un passo di cavallo, in lontananza, nello stradale solitario, lo scosse dai suoi sogni; e subito sentì il desiderio e nello stesso tempo il timore che qualcuno venisse a cercare il ferito.
— È Marianna, la figlia del vecchio, — disse a voce alta, quasi per convincersi che non s’illudeva.
La figura seduta a cavalcioni su un piccolo cavallo baio che si avanzava fra il nero delle macchie e il bianco dello stradale era infatti